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Channel: resto del mondo » cincischiare
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Boys (And Girls) Just Wanna Have Fun. Per non parlare dei conigli.

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Cosa hanno in comune Luca Sofri, Matteo Bordone (se seguite un link, seguite questo) e Uriel Fanelli (da alcune connessioni questo link potrebbe portarvi a siti decisamente non salubri per il vostro posto di lavoro, attenti)?

Stando a quanto si legge nei loro post: si vogliono divertire, e non vogliono essere presi per scemi.

Proporrei una soluzione: cercate un genere che vi piace, e divertitevici.

Guardate, si può fare anche con l’opera barocca in uno dei più raffinati festival del mondo:

(Occhio che dal minuto 2:20 al minuto 3:00 circa c’è roba vagamente discutibile – sempre dal punto di vista del vostro posto di lavoro. Però la roba vagamente discutibile vi spiega il titolo del post – fate voi.)

Ora, vedete il video qui sopra. Sentite quel rumorino di sottofondo verso il minuto 2:06 e seguenti? E’ gente che ride. Io non c’ero, ma ero in un cinema in cui lo proiettavano: e la gente rideva, tanto. Gente che aveva pagato per vedersi quattro ore di opera barocca: se non è passione per la “cultura alta” questa. Gente che si divertiva con la sua bella semi-opera barocca, però.

Dal vivo posso dire di essere stata qui:

Royal Opera House. Sentite come suona alto. Pomposo. Tutta un oro, stemma della Regina sopra il palco.

La storia è semplice: il soprano si rompe la gamba. Il soprano va in scena in carrozzina (vedi il video sopra). Il pubblico la ama, e glielo dice. Quella rappresentazione è stata una delle cose più divertenti che abbia mai visto in un teatro: perché il pubblico era pieno di affetto – e di divertimento. Il pubblico dell’amphitheatre (da £15 a £80 circa), il pubblico della platea (da £300 circa a £brrr).

Ahimé, temo che la mia soluzione non sia praticabile in un Paese come l’Italia dove la separazione tra “cultura alta” e “cultura bassa” è ancora più profonda di quella (sciaguratamente profonda) tra “cultura umanistica” e “cultura scientifica” (non so se ci sono legami tra queste due dicotomie, sarebbe interessante capirlo).

Esempio, di nuovo dalla mia esperienza. Io ho un losco passato di frequentazione della Scala di Milano. Da loggionista, da palchettista, da quel che capitava. Ora: alla Scala io ho sentito il pubblico ridere due (2) volte. In più di quindici anni. I due casi: Natalie Dessay che “si scarica” come Olympia in Le Contes d’Hoffman1, e una pianista estremamente pingue che entra in scena con un vestito-tunica dorato e un mantellino iridescente (pareva uscita da un peplum, sì). In entrambi i casi le risate erano estremamente soppresse. Basta. E non ho visto solo opere tristissime: ho visto Don Giovanni, Le Nozze di Figaro, Il Flauto Magico (giusto per restare su Mozart).

No, nulla.

Il pubblico era diviso tra platea “sfoggiamo i gioielli e vantiamoci di non sapere nulla di quest’opera” (sentita a una Prima: mi pare fosse una nota giornalista di Repubblica che si vantava di non conoscere nulla di Wagner), e loggione Tito Gobbi era uno Scarpia2 vivo, questo qui3 è uno Scarpia morto”. Al che un solo pensiero ti salta in mente, una citazione da Guzzanti/Veltroni: “Si avvisano i compagni della mozione Tito Gobbi che Tito Gobbi è morto. C’erano eccezioni (il padre di un’amica che avendo a disposizione il palco come benefit di lavoro andava in loggione per la migliore acustica). Poche.

In Italia ci sono i Film Serî Con Il Messaggio, e ci sono i cinepanettoni – rimando al pezzo di Bordone linkato anche sopra. Ci sono anche i famosi tentativi di fare il Film Medio Italiano, ma sembra non esistano salvo casi rari: il primo che mi viene in mente, televisivo e non cinematografico – forse non a caso, meno aspettative4 sono i più che degni Montalbano, che infatti se ne vanno in giro per il mondo.

Il problema ora è: perché mai? Credo la risposta sia dalle parti della ragione per cui gli italiani girano per le città che visitano cercando il centro, i musei, e il “facciamo tutti i compiti a casa” (compiti che a seconda delle situazioni possono essere i marmi del Partenone o la penna di Harrods da portare a casa) oppure vanno allo sbaraglio sognando di farsi la compagna di viaggio (l’indigena, in più rari casi – ma sono più rari, anche perché c’è di mezzo la barriera linguistica).

Magari ne discutiamo nei commenti, anche perché io sto ancora cercando di capirlo. Vi lascio con la ineffabile Kristin Chenoweth che canta Bernstein che racconta Voltaire. E quegli zoticoni del pubblico di Broadway che hanno il coraggio di divertirsi.

Come conigli.

  1. Olympia è una bambola a molla, e la scena fa morire dal ridere – soprattutto se a metà dell’aria senti il “crunch crunch” della chiave che la ricarica
  2. Barone Scarpia, capo della Polizia, cattivissimo cattivo della Tosca
  3. Leo Nucci, se non sbaglio
  4. perché, oh yeah, con Mad Men e Game of Thrones e tutto quanto siamo ancora spesso a TV scema cattiva cinema impegnato buono, roba dal Wenders peggiore, quello di In weiter Ferne, so nah!

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